Attacco all’agricoltura biologica: il caso dei finti fertilizzanti a base di “matrina”

0
1435
Fresh organic fruits and vegetables on wooden background

Sequestrate 65 tonnellate di un pesticida tossico comprato all’estero e spacciato per concime “naturale”. E’ la colossale frode ai danni dei produttori bio scoperta dalla Guardia di Finanza fra Sardegna e Puglia. Che evidenzia una ‘falla’ nei controlli.

“Naturale” non è sempre sinonimo di “sano” o di “sicuro”. Anzi: dietro le parole “naturale” e “organico” possono nascondersi veri e propri veleni. Come nel caso della “matrina”, sostanza sì di origine vegetale, ma altamente tossica per l’uomo, per l’ambiente e per gli animali, venduta come fertilizzante naturale agli agricoltori. Ed è bastata la semplice dicitura “organico” sull’etichetta a permettere a questa sostanza pericolosa di saltare una complessa rete di controlli. Una frode in piena regola che vede tra le sue vittime soprattutto l’agricoltura biologica, un settore strategico per l’agroalimentare italiano.

Ad accendere i riflettori sulla truffa l’operazione “Mela Stregata” condotta, a seguito di una segnalazione di FederBio, da Icqrf (Ispettorato centro della tutela della qualità e repressione frodi agro-alimentari) e Guardia di Finanza, che ha portato di recente al sequestro di 65 tonnellate di prodotti spacciati per “fertilizzanti”, destinati principalmente all’agricoltura biologica con la definizione di “naturale”, ma in realtà contenenti matrina, sostanza non commercializzabile in Europa perché neurotossica quanto i più pericolosi e dannosi fitofarmaci quali i carbammati, i fosforganici e i cloro derivati come il Ddt. Le 65 tonnellate sequestrate fra Puglia e Sardegna, se immesse sul mercato, avrebbero fruttato 3,5 milioni di euro ai disonesti commercianti.

I prodotti sequestrati (provenienti soprattutto dalla Cina e dall’India e stoccati dalla ditta Icas di Milano), sarebbero stati smerciati come corroboranti e fertilizzanti organici in molte regioni dell’Italia. “Non solo Puglia e Sardegna dove sono stati effettuati i sequestri – spiega Luciano Atzori, consigliere e segretario dell’Ordine nazionale dei biologi esperto in sicurezza degli alimenti e tutela della salute – non si tratta di un fatto isolato, quelle merci erano destinate a mezza Italia”.

L’attività investigativa, cominciata già da alcuni mesi, aveva portato nel mese di giugno alla denuncia di un uomo sardo e al sequestro di oltre 10.000 chilogrammi di prodotti nocivi stoccati in un’azienda nella provincia di Cagliari. Recentemente le indagini si sono estese in Puglia dove, nel deposito di un importatore, sono stati sequestrati 30.500 litri e 25.000 chilogrammi di prodotti spacciati per “fertilizzanti”, ma in realtà contenenti matrina.

Leggi l’articolo completo su repubblica.it