GREEN DEAL e LA STRATEGIA “FARM TO FORK”

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di Sabina Rubini

Si chiama Green Deal, l’ambizioso progetto europeo che secondo la Commissione trasformerà l’Unione Europea in una società giusta e prospera, con un’economia di mercato moderna dove le emissioni di gas serra saranno azzerate e la crescita sarà sganciata dall’utilizzo delle risorse naturali.

Una strategia, quella del Green Deal, che illustra le modalità per rendere l’Europa il primo continente capace –  entro il 2050 – di raggiungere un impatto climatico pari a zero e che mira a una nuova strategia di crescita sostenibile, a migliorare la salute e la qualità della vita delle persone, a prendersi cura della natura per non lasciare indietro nessuno.

Al centro del Green Deal si pone la nuova strategia “Farm to Fork” (F2F) “dalla fattoria alla tavola” o “dal produttore al consumatore”, un termine già utilizzato in passato nell’ambito agroalimentare per indicare che gli alimenti che devono giungere sulle tavole dei consumatori debbano risultare sicuri, di elevata qualitàrispettosi della salute degli animali e delle piante.

La strategia “Dal produttore al consumatore”, molto attesa dal comparto agroalimentare per le novità in essa contenute, nonché elemento centrale dell’agenda della Commissione per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, risulta in definitiva un’opportunità per migliorare gli stili di vita e la salute della popolazione europea, senza dimenticare l’ambiente.

La strategia F2F si delinea in 27 principali azioni suddivise in 4 macro-obiettivi:

  • Obiettivo 1: Garantire la sostenibilità della produzione alimentare;
  • Obiettivo 2: Stimolare pratiche sostenibili nei settori della trasformazione alimentare, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, alberghiero e dei servizi di ristorazione;
  • Obiettivo 3: Promuovere un consumo alimentare sostenibile e agevolare il passaggio a regimi alimentari sani e sostenibili;
  • Obiettivo 4: Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari.

azioni che dovranno essere intraprese da quest’anno (2020) fino al 2024.

Alcuni tra gli obiettivi che l’Europa si pone di perseguire nel prossimo futuro sotto forma di proposte di revisione sono le seguenti:

Proposta di revisione della direttiva sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi che avrebbe non solo l’ambizione di ridurre, entro il 2030, l’uso e il rischio dei pesticidi chimici del 50% e l’uso dei pesticidi più pericolosi del 50%, ma anche di rafforzare le disposizioni in materia di difesa integrata e promuovere un maggiore utilizzo di metodi alternativi sicuri per proteggere i raccolti da organismi nocivi e dalle malattie (1° trimestre del 2022).

Creazione di profili nutrizionali (sulle etichette dei prodotti preconfezionati) atti ad agevolare il passaggio a regimi alimentari più sani e a stimolare la riformulazione dei prodotti, con l’obiettivo di limitare la promozione (attraverso indicazioni nutrizionali o sulla salute) di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale e di diete basate maggiormente sul consumo di prodotti vegetali. Pertanto, meno consumo di carni rosse e trasformate  e più frutta e verdura per ridurre non solo il rischio di malattie potenzialmente letali ma anche l’impatto ambientale del sistema alimentare (4° trimestre del 2022).

Proposta di revisione della normativa dell’UE sui materiali a contatto con gli alimenti (M.O.C.A.) al fine di migliorare la sicurezza degli alimenti e la salute pubblica (in particolare riducendo l’uso delle sostanze chimiche pericolose), sostenere l’impiego di soluzioni di imballaggio innovative e sostenibili che utilizzino materiali ecologici, riutilizzabili e riciclabili e contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari (4° trimestre del 2022).

Proposta intesa a rendere obbligatoria l’indicazione di origine per determinati prodotti con la quale la Commissione intende valutare la possibilità di proporre un’estensione a determinati prodotti dell’obbligo delle indicazioni di origine o di provenienza tenendo pienamente conto degli impatti sul mercato unico (4° trimestre del 2022).

Lotta contro le perdite e gli sprechi alimentari che si impegna a prevenire non solo le perdite alimentari per i consumatori e durante le produzioni nel caso degli operatori come risparmio economico, ma nella logica del recupero e della ridistribuzione delle eccedenze alimentari che altrimenti andrebbero sprecate (entro il 2023).

Proposta relativa a un quadro per l’etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari intesa ad armonizzare le dichiarazioni ambientali volontarie e creare un quadro per l’etichettatura di sostenibilità che, in sinergia con altre iniziative pertinenti, contempli gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti alimentari (entro il 2024).

Concludendo
La richiesta da parte dei consumatori di filiere più corte, che durante la pandemia da Covid -19 (che ha reso consapevole la forte relazione tra la nostra salute, gli ecosistemi, le catene di approvvigionamento, i modelli di consumo e i limiti del pianeta) si sono intensificate, vanno così ad unirsi alla domanda di prodotti freschi e meno lavorati provenienti da fonti sostenibili inseguite già da tempo dai consumatori.

Nella logica che le persone ricercando “valore” nei prodotti consumati prestino un’attenzione sempre maggiore alle questioni ambientali, sanitarie, sociali ed etiche, la creazione di un ambiente alimentare favorevole che agevoli la scelta di regimi alimentari sani e sostenibili viene visto, nei confronti della salute e della qualità di vita dei consumatori, un vantaggio che  ridurrà i costi sanitari per la società.

Per quanto detto, non v’è dubbio che la strategia Farm to Fork sia un processo inevitabile che avrà un enorme impatto e apporterà tanti cambiamenti non solo sulla filiera agro-alimentare, ma anche sui nostri stili di vita.

La transizione verso sistemi alimentari sostenibili, però, richiede un approccio collettivo che coinvolga le autorità pubbliche a tutti i livelli di governance, gli attori del settore privato lungo tutta la catena del settore alimentare, le organizzazioni non governative, le parti sociali, i rappresentanti del mondo accademico e naturalmente i cittadini.

Di conseguenza la domanda più ovvia è, l’Europa e noi tutti  saremo capaci di attuare e portare a termine questa ambiziosa strategia nei tempi stabiliti?

© Produzione riservata

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Dr.ssa Sabina Rubini
Biologa ed Esperta in Igiene e Sicurezza degli Alimenti
Consulente Aziendale
Co-founder ISQAlimenti.it