Ci piace la muffa?

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No, se ci viene a trovare nel frigo non siamo felicissimi, anche se capolavori come il gorgonzola nascono grazie a lei. Ecco la gallery «muffa sì o muffa no», ovvero cosa si può salvare dell’attacco della spora e cosa va buttato senza indugio

Nella maggior parte dei casi nola muffa non ci piace, anzi, non è proprio il caso di frequentarla, tanto più se ci viene a trovare nel frigorifero, ma non è sempre così. Come tutti sappiamo il gorgonzola, il roquefort, e i formaggi erborinati nascono da un uso (sapiente) delle muffe e persino l’antibiotico è nato dalle muffe!

Come ci spiega Sabina Rubini (biologa, esperta in Sicurezza degli alimenti e Componente della commissione permanente di studio Igiene, Sicurezza e Qualità dell’ONB), «Le muffe.

come i lieviti appartengono al regno dei funghi ed entrambi hanno fornito contributi importanti nelle produzioni alimentari. La preparazione del pane o delle bevande alcoliche, come il vino e la birra, non sarebbero mai avvenute in assenza dei lieviti. Inoltre, per limitare la contaminazione degli insaccati da parte di muffe indesiderate si utilizzano starter fungini, muffe innocue che vengono spalmate sui budelli naturali e quindi sulla superficie del prodotto, all’inizio del periodo di stagionatura, come azione preventiva ma anche competitiva nei confronti di muffe alteranti che altrimenti lo aggredirebbero».

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