L’ipocrisia dell’Avocado

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Viaggio nel mondo conosciuto e disconosciuto di questo frutto esotico

di Luciano O. Atzori

L’avocado (Persea americana) è un frutto esotico “salato” originario del centro America caratterizzato dalla particolare composizione che grazie anche alle sue caratteristiche organolettiche (odore, colore, sapore e consistenza) e alla versatilità di utilizzo è sempre più apprezzato dai consumatori.
La morbida polpa verde di questo frutto è ricchissima di nutrienti quali i grassi monoinsaturi (cioè quelli buoni per la salute), le vitamine (A, E, gruppo B e C), fitosteroli, folati, minerali (soprattutto potassio e fosforo), la fibra, carotenoidi (come la luteina e la zeaxantina che prevengono alcune patologie degli occhi), non contiene colesterolo, lattosio e glutine, ecc.
L’avocado è di aiuto nel controllo della sindrome metabolica, migliora il profilo lipidico (livelli di colesterolo e trigliceridi), migliora la funzionalità intestinale, contrasta l’azione dei radicali liberi agendo contro l’invecchiamento cellulare (azione antiage) è energetico e tonico, ecc.
Questo frutto è uscito dal consumo di nicchia ed è entrato a pieni voti nel trend salutistico dei consumatori che lo utilizzano in sostituzione del burro e di altri cibi contenenti grassi di origine animale, per preparare sfiziose insalate, pietanze salate (avocado toast, ecc.), zuppe, ricette gourmet e tanto altro. Insomma negli ultimi anni l’avocado fa da padrone tra gli alimenti amati dagli italiani.

Generalmente in commercio lo si trova non maturo (cioè acerbo) perché altrimenti si deteriorerebbe molto velocemente. Questo non è un problema perché una volta acquistato basta metterlo vicino a delle mele per accelerarne la maturazione. L’avocado da acerbo è davvero immangiabile (sa di sapone!) mentre da maturo è una vera delizia. In commercio esistono circa trenta varietà di avocado che differiscono per colori, consistenza, sapore e apporti nutrizionali. Le varietà più commercializzate sono la Hass (buccia ruvida tendente al rossiccio/marrone), la Ettinger (buccia molto sottile di colore verde brillante) e la Fuerte (forma più allungata, buccia verde e con polpa tendente al giallo).

Nonostante i notevoli benefici apportati dall’avocado è consigliato non consumarne troppo perché ricco di calorie e in ogni caso non dovrebbe essere considerato come un alimento “miracoloso” bensì come un frutto da inserire nell’ambito di una dieta varia e equilibrata e in uno stile di vita sano.
Sarà perché è buono, sarà perché si presta a tante ricette, sarà perché non costa molto e perché è salutare, ma ad ogni modo l’avocado è diventato un frutto trend che richiama sempre più consumatori. Tale popolarità costringe i Paesi produttori (Messico, Perù, Sud Africa, ecc.) ad intensificare la produzione portando in alcuni casi a delle strategie non condivisibili.
Insomma la popolarità mondiale dell’avocado ha creato il classico “rovescio della medaglia” consistente:

  • nel costringere il Messico (uno dei maggiori produttori), in un passato recente, a importare questo frutto da altri Paesi, poichè quasi tutto quello che viene coltivato è utilizzato per soddisfare la crescente richiesta mondiale (soprattutto degli Stati Uniti, Giappone, Canada ed Europa);
  • nella deforestazione di particolari aree per piantare il redditizio avocado con tutte le immaginabili conseguenze ambientali;
  • nel consumo di grandi quantità di acqua (per produrre un chilogrammo di avocado necessitano circa due mila litri di acqua);
  • nell’interessamento da parte della criminalità di questo redditizio business, da molti definito “Dio verde”;
  • nell’eccessivo consumo di alcune fette di popolazione (soprattutto da parte dei cosiddetti Millennials).

Come spesso accade il consumo eccessivo di un prodotto alimentare proveniente solo da ristrette aree geografiche può determinare seri problemi. Per ridurre tali fenomeni basterebbe consumare l’avocado una tantum nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata e soprattutto, quando possibile, acquistare questo frutto dai produttori locali.
A tal fine, si informa che negli ultimi anni l’avocado viene coltivato anche in Italia (soprattutto in Sicilia  alle pendici dell’Etna: “siciliaavocado.it”) quindi lo si può avere anche… a chilometro “quasi” zero.
Generalmente questi frutti locali sono più saporiti e nutrienti perché raccolti quasi maturi, non dovendo compiere migliaia di chilometri e rimanere in viaggio per giorni per arrivare da noi.
In conclusione ognuno di noi, nell’ambito delle proprie possibilità, dovrebbe intervenire per ridurre l’imbarazzante ipocrisia che aleggia sopra il meraviglioso avocado!

© Produzione riservata

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Dr. Luciano O. Atzori
Biologo – Esperto in Sicurezza degli Alimenti e in Tutela della Salute
Divulgatore Scientifico – Consulente agroalimentare
Co-founder  ISQAlimenti.it