Fluoro SI oppure Fluoro NO?

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di Luciano O. Atzori

Il Fluoro (F) è un elemento chimico presente nel nostro organismo soprattutto nelle ossa dove svolge la funzione di fortificazione (determinando l’accumulo di calcio) e di corretto sviluppo e nei denti nei quali riduce la probabilità di danni allo smalto.

Questo elemento trasforma i cristalli di idrossiapatite (che costituiscono lo smalto dei denti) in fluoridrossiapatite che risulta molto resistente al pH acido causato dai corrosivi acidi che si generano nel cavo orale.

Essendo il fluoro importante per lo sviluppo dei denti dovrebbe essere assunto sin dalla nascita ed è per questo che, spesso, se ne consiglia l’assunzione ai bambini, sino ai 6 anni, che vivono in zone nelle quali l’acqua contiene poco fluoro (concentrazione inferiore a 0,6 ppm).

La carenza prolungata di fluoro può determinare un aumento del rischio di carie ma anche altri problemi.

Ovviamente il fabbisogno giornaliero di fluoro varia in funzione di molti parametri (sesso, età, stato di salute, ecc.), ma salvo particolari casi si può affermare che nei bambini piccoli (sino a 6 mesi di età) il fabbisogno giornaliero consigliato è di 0,1-0,5 mg al giorno per poi variare progressivamente sino a quando si diventa adulti ad un fabbisogno giornaliero compreso tra 1,5 e 4,0 mg.

Generalmente le fondamentali fonti alimentari di fluoro sono rappresentate dal pesce e dai frutti di mare, dalla carne, dal latte e dai suoi derivati (es. formaggi), dal tè, dall’acqua potabile e da quella minerale naturale.

Ovviamente la quantità di Fluoro presente nel cibo varia in funzione al tipo di terreno, dall’eventuale uso di fertilizzanti e dal tipo di alimentazione fornita agli animali allevati.

Un’eccedenza di Fluoro può alterare il metabolismo di alcune vitamine, può impedire il funzionamento di alcuni enzimi, può pregiudicare il corretto funzionamento del SNC (Sistema Nervoso Centrale), può creare differenti problemi ad alcuni organi (reni, surreni, cuore, fegato e organi atti alla riproduzione), può provocare un ritardo nella crescita e provocare l’osteosclerosi e/o la calcificazione dei tendini e delle articolazioni con tutte le conseguenze che ne derivano (dolori e mal funzionamento).

Generalmente, però, l’aspetto più conosciuto derivante dall’eccesso di Fluoro è la fluorosi dentale (i denti diventano opachi e con delle screziature come se fossero macchiati) forse perché determina un peggioramento del sorriso e quindi dell’aspetto estetico.

Alcune donne assumono integratori di Fluoro già dal 4°-5° mese di gravidanza (periodo nel quale inizia a formarsi la gemma dentale) per avere nel nascituro una prima dentizione (cioè i denti da latte) sani e robusti.

In realtà l’assunzione di Fluoro attraverso gli integratori alimentari andrebbe sempre condivisa con il proprio medico e/o con il nutrizionista per evitare eventuali effetti creati dall’eccesso di questo elemento.

A questo proposito è doveroso rammentare che nel 2016 l’Australia’s National Health and Medical Research Council, dopo aver analizzati circa  tre mila studi scientifici pubblicati negli ultimi decenni sugli effetti del fluoro, è arrivata alla conclusione che questo elemento, entro certi dosaggi, non arrecherebbe alcun danno alla salute e servirebbe esclusivamente per ridurre il rischio di carie.

Secondo recenti studi (quali quello della York University Toronto: studio pubblicato nella rivista Jama Pediatrics e riportato nel periodico Environmental Health Perspectives), però, assumere fluoro durante la gravidanza potrebbe causare una riduzione del quoziente intellettivo nei bambini limitandone le capacità cognitive e la memoria.

Insomma la questione sui potenziali effetti negativi da eccesso di fluoro è ancora in discussione e ovviamente nel dubbio è meglio evitare l’assunzione di alte dosi.

In ogni caso è bene ricordare che il Fluoro non è presente solo in alcuni alimenti e nell’acqua (max 1,5 mg/l nell’acqua potabile), ma anche in alcune gomme da masticare, in alcuni alimenti ricchi di zuccheri (per limitarne l’azione cariogena), in alcuni alimenti/bevande proteiche ed anche nei dentifrici e colluttori fluorati quindi, a seconda del tipo di alimentazione e al tipo di prodotti utilizzati per l’igiene orale, si può verificare un eccesso di assunzione se si effettua anche un’integrazione non controllata da competenti professionisti.

In conclusione, considerato che il fabbisogno giornaliero minimo di fluoro è di circa 1 mg e osservato che la distribuzione di questo elemento è pressoché ubiquitaria, in condizioni di salute basta avere un regime alimentare sano, vario ed equilibrato per assumere il quantitativo giusto di questo importante elemento chimico.

© Produzione riservata

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Dr. Luciano O. Atzori
Biologo – Esperto in Sicurezza degli Alimenti e in Tutela della Salute
Divulgatore Scientifico – Consulente agroalimentare
Co-founder  ISQAlimenti.it