I 5 Punti essenziali per leggere e capire le Etichette

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Le notizie che si ascoltano al telegiornale o che si leggono sulla stampa come: frodi alimentari, ritiro/richiamo di alimenti, rischio alimentare, possono spaventare il consumatore creando confusione e disorientamento. Bombardati da tante notizie spesso siamo portati a chiederci: Ci si può davvero  tutelare negli acquisti di ogni giorno? E sì, come?

Strumento utile può essere certamente un’attenzione maggiore alla lettura dell’etichetta, che ci fornisce le capacità di diventare consumatori consapevoli, abili nell’orientarsi in quello che a volte si rivela il complicato mondo dell’agroalimentare.

Partiamo dal presupposto che tutti i prodotti distribuiti dall’industria alimentare, secondo le normative europee e nazionali, devono essere provvisti di un’etichetta, la cui funzione è quella di fornire al consumatore tutte le informazioni necessarie non solo utili al momento dell’acquisto, ma anche per la conservazione, le modalità di cottura ecc.. Una preziosa indicazione che oramai tutti definiamo la “carta d’identità” del prodotto.

Dal 13 dicembre 2014 l’entrata in vigore della nuova normativa europea, ha imposto determinati criteri di espressione dell’etichettatura, naturalmente al fine di tutelare il più possibile il consumatore. L’applicazione della legge che ha creato inizialmente agitazione tra gli esperti del settore alimentare, che hanno dovuto seguire le aziende nei processi di adeguamento legislativo, ha trovato riscontro favorevole nei consumatori al cui occhio attento non è sicuramente sfuggito l’inserimento di nuove indicazioni, più esplicite in alcuni casi e maggiormente specifiche in altri.

Le indicazioni obbligatorie per l’etichettatura degli alimenti sono riconducibili a 12 punti, ma volendo semplificare e valutare rapidamente la qualità o le proprietà di un prodotto, sono almeno 5 i punti essenziali da leggere per comprendere meglio una etichetta:

  1. Attenzione alla data di scadenza!

Sui prodotti alimentari possiamo trovare due tipi di dicitura: data di scadenza e TMC. Conoscerne la differenza, al giorno d’oggi, non è un dettaglio da poco concentrati come siamo nella lotta agli sprechi. Vediamo allora in cosa consiste la loro differenza?

– data di scadenza: in questa indicazione la data è preceduta dalla dicitura “Da consumarsi entro il…” che rappresenta un limite tassativo oltre il quale il prodotto non deve essere consumato. Prodotti di questo tipo definiti in gergo, molto deperibili, sono alimenti conservati in frigorifero come: latte e latticini freschi, pasta fresca, etc.

– termine minimo di conservazione (TMC): in questo secondo caso gli alimenti possono essere conservati più a lungo. La dicitura sarà la seguente: “Da consumarsi preferibilmente entro il…”.  Il prodotto accompagnato da un TMC potrà, pertanto, essere ancora consumato oltre la data riportata (il tempo dipende dalla tipologia del prodotto e comunque conviene sempre fare attenzione!), senza che ciò arrechi rischi alla salute umana, tenendo a mente però che l’alimento potrebbe aver modificato alcune sue caratteristiche, come possono essere il sapore o l’odore, o perdere elementi importanti che lo caratterizzavano inizialmente, modificandolo così dal punto di vista nutrizionale.

  1. Guardare sempre l’elenco degli ingredienti!

Gli ingredienti che vengono riportati in etichetta, non sono altro che le sostanze contenute ed impiegate per la produzione di quel determinato prodotto alimentare e la legge impone che questi siano trascritti in ordine decrescente in base alla quantità. Va da se quindi che mettendo a confronto due prodotti simili, ai quali siamo interessati, leggendo con attenzione la lista degli ingredienti sarà possibile per noi capire quale dei due sia qualitativamente migliore. Se ad esempio nell’etichetta alimentare di due biscotti, a parità degli altri ingredienti, l’olio extra vergine di oliva (non espresso in percentuale) compare dopo altri oli vegetali, è meglio scegliere il prodotto nel quale l’olio EVO compare nella lista per primo.

Occhio poi agli alimenti in grassetto: quando tra gli ingredienti ce ne sono alcuni facili da individuare perché evidenziati, bisogna porre molta attenzione trovandoci di fronte a degli Allergeni, sostanze che in soggetti predisposti possono provocare violente allergie se non addirittura shock anafilattici. La nuova normativa obbliga gli operatori del settore alimentare (OSA) ad evidenziare tali sostanze, che al momento sono un totale di 14 (tra le quali troviamo i cereali contenenti glutine, i crostacei, il latte, le uova, gli arachidi, i semi di sesamo e tutti i loro prodotti derivati), rispetto a tutti gli altri ingredienti: in grassetto o in differente dimensione, stile e colore

La novità! È stata quella di introdurre l’obbligo, da parte del legislatore, dell’”evidenza” degli allergeni non solo nel caso dei prodotti preimballati (appunto nella lista degli ingredienti), ma anche per i prodotti sfusi per i quali sarà possibile osservare le indicazioni su cartelli posizionati nel locale a disposizione dei consumatori, e nei menù dei ristoranti. In quest’ultimo caso infatti decidendo quale piatto scegliere potremmo decidere di non assaggiare una leccornia non tanto a causa del gusto…quanto a salvaguardia della nostra salute!

  1. Come conservare, come usare, ma anche come trasportare!

Il produttore ha l’obbligo di indicare le eventuali condizioni di conservazione di un prodotto alimentare (conservare in luogo asciutto e fresco, lontano da fonti di calore, ad una temperatura che non superi i 4 °C, etc.). Tali indicazioni vengono poste sul prodotto per consentire al consumatore di effettuare non solo una conservazione adeguata dell’alimento prima dell’uso, ma anche e soprattutto dopo l’apertura della confezione.

Nel caso di prodotti surgelati, ad esempio, è indispensabile cercare di mantenere costante nel trasporto fino a casa la famosa catena del freddo onde evitare che prodotti deperibili, risentendo degli sbalzi di temperatura soprattutto in giornate particolarmente calde, giungano a casa già alterati.

  1. Attenzione alla “scritta” in presenza di additivi

Indicati con la lettera E seguita da una numerazione di tre cifre (E100, E300) vengono inseriti in etichetta mediante questi codici o con sigle che ne specificano la funzione svolta: coloranti, conservanti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti, etc. Sono sostanze che vengono liberamente aggiunte dall’industria alimentare per svolgere determinate funzioni tecnologiche e che in alcuni casi servono a migliorare l’aspetto del prodotto. Non è semplice riconoscere i diversi additivi scritti sotto forma di sigla, ma possiamo seguire una regola generale: evitare di acquistare prodotti nei quali ci rendiamo conto che le sigle risultano essere numerose.

In presenza di particolari coloranti, inoltre, è bene stare molto attenti visto che evidenze scientifiche hanno dimostrato, soprattutto in passato quando le evidenze non erano tali e di questi coloranti si faceva largo uso, come talune tipologie (E102,  E 104, E 110, E 122, E 124 ed E 129) possano provocare reazioni ipercinetiche o difficoltà dell’attenzione in allievi delle scuole elementari. Da qualche anno, fortunatamente, per tutelare i più piccoli il legislatore ha così imposto l’obbligo di inserire in etichetta la seguente dicitura: “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”, pertanto mamme quando andate a fare la spesa … ponete sempre un’attenzione in più!

  1. Dichiarazione nutrizionali

La maggior parte delle volte la si osserva sottoforma di “tabella” nella quale vengono specificate informazioni che riguardano sia il contenuto calorico che quello nutritivo dell’alimento.

Obbligatoria da dicembre del 2016, ma da tempo inserita su base volontaria da moltissime aziende del settore agroalimentare, la dichiarazione nutrizionale può essere più o meno dettagliata, secondo una scelta aziendale, ma non può prescindere dal riportare le indicazioni obbligatorie che sono raggruppabili in 5 punti:

  • il valore energetico, riferito a 100 g o 100 ml dell’alimento, oppure alla singola porzione;
  • la quantità di grassi, di cui acidi grassi saturi;
  • la quantità di carboidrati, di cui zuccheri;
  • la quantità di proteine;
  • la quantità di

Si rimane sempre piacevolmente colpiti nell’osservare che al giorno d’oggi nei supermercati, la maggior parte dei consumatori prima di acquistare un prodotto, e adagiarlo nel carrello, osservi con attenzione le etichette.

Auspichiamo che questa pratica si diffonda sempre di più e nel frattempo auguriamo a tutti i lettori una buona e attenta ricerca … tra gli scaffali.

© Produzione riservata

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Dr.ssa Sabina Rubini

Biologa ed Esperta in Sicurezza degli Alimenti

Consulente Aziendale

Co-founder ISQAlimenti.it