Acqua e forme di allergia

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di Luciano O. Atzori

Ad alcune persone, in diversi periodi dell’anno (ma soprattutto durante la stagione calda), si manifestano dei fenomeni di “intolleranza” al contatto con l’acqua (doccia, bagno, piscina, mare, pioggia, ecc.). Queste reazioni sfavorevoli all’acqua possono creare dei disagi sino a limitare il piacere di una vacanza e/o di una attività sportiva (nuoto).

Generalmente a creare questo tipo di problema è la marcata sensibilità della pelle ad alcune sostanze che possono essere disciolte nell’acqua di conseguenza, si possono avere reazioni diverse ai diversi tipi di acqua (acqua del rubinetto, della piscina, di mare, ecc.) a seconda della differente origine e del diverso trattamento che ha subito l’acqua (potabilizzazione, clorazione, etc.). Di conseguenza è molto raro, ma non impossibile, avere delle reazioni avverse al contatto con l’acqua deionizzata (cioè distillata).

In realtà esistono due distinte reazioni da ipersensibilità all’acqua, una è la cosiddetta Orticaria Acquagenica, fenomeno connesso alla produzione di istamina (sostanza prodotta dal nostro corpo in risposta agli allergeni) che determina in tempi molto ridotti la comparsa di reazioni allergiche (prurito, macchie rosse, eruzioni cutanee, ecc.). Questa forma di orticaria spesso non è cronica e può essere ciclica. Generalmente si presenta all’improvviso per poi scomparire e ripresentarsi anche dopo un anno o più.

L’altro caso di ipersensibilità dovuto al contatto con l’acqua è definito Prurito Acquagenico ed è caratterizzato da sintomi più leggeri (generalmente solo prurito senza ponfi rossastri) che possono sorgere anche dopo alcune ore dal contatto con l’acqua. Generalmente tale sintomatologia è dovuta alla eccessiva produzione da parte della pelle di acetilcolina (neurotrasmettitore che accentua la sensibilità del derma).

Le cause di queste due forme di disagio al contatto con l’acqua possono essere varie come la presenza di alte concentrazioni di calcare, cloro o fluoro nell’acqua, alle cellule morte dello strato superficiale del derma, ma anche dagli alti livelli di istamina nel corpo. C’è chi ipotizza che tra le cause ci possa essere anche la presenza nella cute di sostanze ancora non identificate.

I rimedi possono essere differenti in funzione della forma di reazione all’acqua e all’intensità dei sintomi. Generalmente contro l’orticaria acquagenica si usano, per brevi periodi, delle pomate a base di antistaminici o di cortisone che bloccano la risposta immunitaria e quindi i sintomi. Ovviamente l’uso di queste pomate va condiviso con il proprio medico e non attraverso consigli di amici/parenti. In alcuni soggetti è risultata positiva la fototerapia.

Il prurito acqua genico, invece, si può contrastare attraverso l’uso di soluzioni di bicarbonato di sodio che lenisce i sintomi. In certi casi funzionano bene le creme idratanti (a base di glicerolo d’amido) che riducono la secchezza della cute.

In entrambi i casi è consigliato non frizionare la pelle (con spugne o guanti di crine) poiché tale operazione crea un richiamo di sangue, e quindi di anticorpi, nella zona irritata incrementando i sintomi.

Ricordo che circa 10-12 anni fa, alla fine dell’estate , per circa 2-3 settimane subito dopo la doccia, avevo i tipici sintomi da ipersensibilità acquagenica. Le prime volte mi spaventai parecchio poichè cominciai a ipotizzare di tutto e anche perché la doccia (momento per me di totale relax) diventò una forma di strazio… Dopo qualche giorno capii che avevo una forma di allergia all’acqua e/o ai detergenti che usano per lavarmi (doccia schiuma e shampoo).

In seguito ad un confronto con il medico di base e con un dermatologo ebbi la conferma di ciò.

Nel mio caso questo tipo di allergia molto probabilmente era dovuta, o perlomeno accentuata, dall’esposizione al sole (spesso causa predisponente), che per effetto dei raggi ultravioletti, aveva alterato la risposta immunitaria della pelle all’acqua e forse anche ad alcuni detergenti.

Nonostante usassi da diverso tempo detergenti neutri e poco aggressivi (senza componenti irritanti, non profumati e con poca produzione di schiuma) qualcosa aveva scatenato questa risposta eccessiva.

Ricordo che bastò fare delle docce brevi con acqua tiepida (quindi non troppo fredda o calda perché temperature eccessive possono facilitare l’ipersensibilità acquagenica), tamponarmi con asciugamani estremamente morbidi, idratarmi bene la pelle dopo la doccia perché i sintomi piano piano regredissero, per poi scomparire del tutto in poco tempo (circa un mese), senza dover fare uso di specifiche pomate o altri farmaci.

Per onor di cronaca va detto che l’estate successiva all’improvviso il problema si ripresentò costringendomi agli stessi interventi dell’anno prima però poi non si presentarono più.

© Produzione riservata

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Dr. Luciano O. Atzori
Biologo – Esperto in Sicurezza degli Alimenti e in Tutela della Salute
Divulgatore Scientifico – Consulente agroalimentare
Co-founder  ISQAlimenti.it