Canapa, proprietà ed usi alimentari

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di Francesca Bucolo

In seguito ad una spietata lotta nei confronti della coltivazione della canapa, questa pianta sta ritornando in auge nella preparazione degli alimenti, complici le proprietà e i benefici che ne derivano dal suo consumo.

Prima di valutarne i benefici e gli usi nel settore dell’alimentazione è opportuno seguire un breve excursus per comprendere le sue caratteristiche e gli aspetti legislativi che ne regolamentano la produzione.

Cenni storici
La canapa è un’erba officinale il cui utilizzo sembra risalire ai tempi della preistoria. Originaria del continente asiatico, la sua coltivazione risale a ca. 10.000 anni a. C., ben presto si diffuse anche negli Stati Uniti e in Italia.

La sua coltivazione era rivolta alla produzione tessile, all’utilizzo come combustibile per l’illuminazione e al nutrimento degli animali da produzione.

Oggi il suo utilizzo è esteso alla produzione dei cosmetici e degli alimenti.

La canapa vide una fase di declino con l’avvento del “Marijuana Tax Act”, legge federale degli Stati Uniti, emanata nel 1937, che imponeva tasse sulla vendita, ciò diede il via al proibizionismo del commercio, a tal punto da mettere al bando la sua coltivazione anche in altri paesi del mondo.

Aspetti legali
Prima di esaltare le caratteristiche della canapa, tanto da farne un prezioso alimento è opportuno precisare quanto segue.

In Italia, la legge 242 del 2016 disciplina la coltivazione della specie Cannabis sativa L., purché le sementi siano certificate e contengano un valore di THC (tetraidrocannabinolo) pari a 0,2% con limite massimo consentito dello 0,6%.

I coltivatori hanno l’obbligo di conservare i documenti fiscali di acquisto della semente per il periodo di tempo previsto dalla normativa vigente e le coltivazioni da loro prodotte sono soggette a prelevamenti e analisi di laboratorio.

La legge ne consente, quindi, la coltivazione per i seguenti utilizzi: produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili, semilavorati innovativi per industrie di diversi settori e realizzazione di opere di bioingegneria.

Piante di cannabis sativa con valore di THC superiore ai limiti previsti dalla legge, sono da considerarsi illegali a causa dell’effetto psicotropo di questo principio attivo, presente in maggior quantità nelle infiorescenze.

Usi alimentari della canapa
Nella preparazione degli alimenti vengono utilizzati i semi che non contengono THC o che possono contenerlo in tracce.

L’industria alimentare sta proponendo una gran varietà di alimenti a base di semi di canapa. Numerosi sono i supermercati che ne commercializzano i prodotti, come pasta ottenuta con farina di canapa, pesto a base di canapa e basilico, succhi di frutta e olio di semi di canapa, quest’ultimo presenta un costo variabile dai 15 ai 26 euro/litro, ciò indica un mercato emergente mancante di definiti standard qualità/prezzo.

La farina di canapa, ottenuta macinando e setacciando gli scarti della spremitura dei semi per l’estrazione dell’olio, trova largo impiego nella panificazione e quindi nella realizzazione di pane con particolari qualità, nella preparazione di dolci da forno come torte e biscotti. La si può utilizzare anche per la preparazione di pasta e pizza.

Possiede un sapore deciso, che ricorda la nocciola e proprio per questa sua caratteristica viene utilizzata in associazione ad altre farine che ne modulano il sapore predominante.

Di solito la si utilizza in una miscela di farina costituita da grano duro per l’84% e farina di canapa in percentuale variabile dal 16 al 20%.

La farina di canapa commercializzata proviene principalmente da agricoltura biologica ed il suo costo si aggira intorno ai 25 euro/Kg, dovuto al fatto che la sua produzione non è molto diffusa in Italia e per questo motivo viene considerata come un bene “raro”, tale da giustificarne i costi proibitivi.

La farina di canapa ha molto successo nell’alimentazione umana perché oltre per le sue proprietà nutritive è preferita da consumatori molto esigenti che seguono particolari stili di vita (come i vegani e i crudisti) alcuni dei quali in rispetto ai dogmi religiosi (rientra negli alimenti Kosher, compatibili con i principi religiosi che regolano la nutrizione degli ebrei osservanti).

Benefici e proprietà nutrizionali
La maggior parte dell’energia (circa il 49,5%) apportata dalla farina di canapa proviene dalla componente proteica, che costituisce il macronutriente principale. L’assenza di glutine la rende un alimento ben tollerato dai celiaci.

Le due principali fonti proteiche sono l’edestina e l’albumina, proteine facilmente digeribili che contribuiscono in modo significativo al fabbisogno degli 8 aminoacidi essenziali, tra i vari aminoacidi risulta rilevante la presenza di arginina e acido glutammico (aminoacido che interviene nella sintesi di acido folico, glutatione e acetilcolina) così come dimostrato nel documento messo a disposizione dalla FAO.

I semi di canapa sono ricchi di acidi grassi polinsaturi e rappresentano una fonte eccezionalmente ricca dei due acidi grassi essenziali, l’acido linoleico (capostipite dei grassi omega-6) e l’acido alfa linolenico (capostipite dei grassi omega-3).

Inoltre, nell’olio di semi di canapa, il rapporto tra omega-6 e omega-3 è di 2:1 o di 3:1 e quindi considerato ottimale per la salute umana, tanto da avere proprietà cardio-protettive, favorendo la riduzione dei livelli di colesterolo LDL.

Per quanto riguarda le vitamine, è rilevante la presenza di Vitamina E e di Vitamine B1 e B2, invece i minerali più predominanti sono: magnesio, potassio, calcio, ferro e sodio.

Per queste sue proprietà, la canapa è stata considerata dalla FAO una preziosa coltura per l’alimentazione, tanto che i semi di canapa sono diventati sempre più disponibili ad un vasto pubblico nei vari paesi.

Sebbene il potenziale alimentare umano dei semi di canapa, non è ancora entrato in modo preponderante nei paesi occidentali, le sue proprietà nutrizionali sono state riconosciute e valutate sia per la nutrizione umana che per quella dedicata agli animali, in Asia, India, Russia ed Europa Orientale.

In merito ai benefici, trova sempre più impiego nell’alimentazione, in seguito a coltivazioni monitorate dalle Autorità competenti, ciò ci permette di poter “star tranquilli” in relazione al suo utilizzo.

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© Produzione riservata

Dr.ssa Francesca Bucolo
Biologa – Consulente aziendale igienico-sanitario
Esperta in igiene e sicurezza degli alimenti
Divulgatore scientifico